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Omnia Munda Mundis

Omnia Munda Mundis: tutto è puro per i puri (San Paolo).

L'idea del progetto nasce tempo fa, quando ho iniziato a fare le foto di nudo. All'inizio pensavo solo di dover imparare una tecnica diversa (dalla street photography) e un diverso tipo di interazione con il/la modello/modella. Invece mi sono trovato in un percorso imprevisto ma molto interessante.
Non ho mai ritratto delle modelle ma solo delle persone: persone che quasi sempre non avevano mai posato in vita loro. Quindi ho imparato a interagire con delle persone più che con dei corpi. Le mie foto di nudo sono infatti foto di persone e non foto di classico nudo. 

 

Fra l'altro, ho ritratto spesso persone che si sono proposte in modo autonomo: perchè, attraverso le foto, cercavano di esprimere una parte di sè. La mamma che vuole riconfrontarsi con se stessa dopo essersi dedicata solo ai figli, la ragazza che ha problemi alimentari, la ragazza insieme alla amica, il ragazzo un po' esibizionista, la ragazza magra, la ragazza meno magra, la ragazza che si vede il tale difetto, due fidanzati, un uomo di 60 anni che vuole mettersi in gioco, una attrice, un attore, una modella professionista che vuole fare foto di nudo, ma non vuole farle con i soliti fotografi con cui lavora, una docente di filosofia del liceo....
Quindi mi sono trovato man mano a scoprire un modo di interagire e ho imparato, un po' per volta, a tirare fuori la parte nascosta che queste persone volevano esprimere. 

 

Ultimamente, durante una sessione di foto con una ragazza, ho spostato (inconsapevolente) l'attenzione più verso il suo volto più che verso il suo corpo: le foto che abbiamo fatto sono quindi dei ritratti accompagnati da un corpo nudo. Ma sono foto che rientrano nella categoria dei ritratti.
 

Questo perchè, man mano che scattavo le foto, mi accorgevo che il volto era il punto cruciale per esprimere la persona: il nudo diventa quindi come un particolare vestito, il vestito più essenziale in assoluto. Da qui ho maturato l'idea di questo progetto: ritrarre delle persone vestite solo con il loro corpo. Come si usa spesso dire "mi sono messo a nudo con un amico": il mettersi a nudo vuol dire presentarsi nella propria parte più nascosta, più intima, più profonda.

Quindi il nudo non serve nella foto, le foto sono dei ritratti: il nudo serve solo per estremizzare il concetto, per portare il soggetto a liberarsi veramente di tutto davanti alla macchina fotografica.

E ho pensato di iniziare con i miei amici: tutte persone non più giovani, quindi con (in teoria) una grande consapevolezza di se, del loro corpo, del loro "non essere più giovani", con i difetti del corpo.

"Per quanto ci spogliamo di ciò che abbiamo indossato, non raggiungiamo mai la nudità, perché la nudità è un fenomeno dell'anima, e non un togliersi il vestito." Fernando Pessoa.

"Sono le cose imperfette, le illusioni rammendate, i sogni sbriciolati nelle pozzanghere, i bicchieri spaiati, le finestre chiuse che si riaprono col vento; sono le cose imperfette, sai, che lasciano improvvisamente passare la luce." Leonard Cohen

La gente pensa che l'intimità riguardi il sesso. Ma l'intimità riguarda la verità. Quando ti rendi conto di poter dire a qualcuno la tua verità, quando puoi mostrarti a loro, quando ti trovi di fronte a loro e la loro risposta è "sei al sicuro con me"... questa è intimità. T. J. Reid

Come disse Anna Magnani al suo truccatore parecchi anni fa: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!”

Ce metti una vita a piacerti, e poi arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci.Che te piaci perchè sei tu, e perché per piacerti c’hai messo na vita intera: la tua. Ce metti una vita intera per accorgerti che a chi dovevi piacè, sei piaciuta… e a chi no, mejo così. Anche se lo ammetto, è più raro trovà un uomo a cui piaci, che te piace, che beccà uno ricco sfondato a Porta Portese!
Ce metti na vita per contà i difetti e riderce sopra, perché so belli, perché so i tuoi. Perché senza tutti quei difetti, e chi saresti? Nessuno.
Quante volte me sò guardata allo specchio e me so vista brutta, terrificante.
Co sto nasone, co sti zigomi e tutto il resto. E quando la gente me diceva pe strada “bella Annì! Anvedi quanto sei bona!” io nun capivo e tra me e me pensavo “bella de che?”.
Eppure, dopo tanti anni li ho capiti.
C’ho messo na vita intera per piacermi.
E adesso, quando me sento dì “bella Annì, quanto sei bona!”, ce rido sopra come na matta e lo dico forte, senza vergognarmi, ad alta voce “Anvedi a sto cecato!

- Anna Magnani -

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